A cosa servono?

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Sono esami che permettono di valutare le variazioni elettriche che si verificano durante l’attività cardiaca. Servono per vedere se il cuore è sofferente e se il ritmo cardiaco è regolare oppure no. Le informazioni che forniscono, infatti, permettono di identificare:

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• i disturbi del ritmo (aritmie),

• della propagazione dell’impulso elettrico che provoca la depolarizzazione delle fibre muscolari del cuore (turbe della conduzione)

• lo stato del muscolo cardiaco e le alterazioni del cuore provocate da malattie delle coronarie (ischemia), dalle altre malattie che colpiscono il cuore o che coinvolgono il cuore (ipertensione arteriosa, scompenso cardiaco, pericardite, ecc.).

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Le particolari forme (morfologie) dello stimolo elettrico registrate (tracciato elettrocardiografico) permettono di determinare con precisione il tipo di ritmo del cuore in quel momento, la modalità di propagazione dello stimolo che, lungo il tessuto di conduzione, si dirama dalla base alla punta del cuore.

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In conclusione questi esami sono importanti per la diagnosi di infarto (in atto o pregresso), di ischemia, di ingrandimento delle camere del cuore, di ispessimento delle pareti miocardiche, di aritmie, di pericarditi, di squilibri salini, metabolici o endocrini.

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Va ricordato però che un elettrocardiogramma, holter cardiaco e holter pressorio non permette di esclude in assoluto la presenza di una malattia di cuore.

Se si avvertono sintomi compatibili con un infarto chiamare subito il 118.

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