Per risalire alle origini dell’affermazione “intestino secondo cervello” dobbiamo tornare indietro fino a quattromila anni fa, quando gli egizi ebbero l’intuizione che l’apparato digerente fosse la sede dei sentimenti.
Da allora numerosi studi hanno reso scientifica questa anticipazione: il sistema gastroenterico è, appunto, un secondo cervello, dotato di un sistema nervoso autonomo che svolge funzioni molto complesse.
Inoltre, pur essendo molto lontano dal cervello “cranico”, è con lo stesso collegato dal nervo vago, che consente uno scambio di informazioni bidirezionali ed una reciproca influenza.
La ricerca ha verificato che una buona percentuale di neurotrasmettitori con funzioni legate all’umore e responsabili di quelle sensoriali e cognitive, sia prodotta proprio nell’intestino, da qui l’affermazione l’intestino secondo cervello.
Barriera contro gli agenti patogeni
Nell’intestino sono inoltre localizzati trilioni di microrganismi (il cosiddetto microbiota meglio noto con il nome di flora batterica intestinale), dal peso di quasi 1,5 kg, strettamente integrati con lo stato di salute o di malattia individuale.
Agiscono, infatti, come barriera contro i patogeni, regolano l’assorbimento dei nutrienti, la produzione dell’energia e lo sviluppo del sistema immunitario.
Le funzioni dell’intestino si manifestano sin dalla nascita
Queste funzioni si definiscono fin dalla nascita (alcuni sostengono già nel ventre materno) e sono fortemente condizionate dal tipo di allattamento, materno (la prima dote di batteri buoni è fornita dal colostro materno) o artificiale, che riceve il bambino e, successivamente, dall’alimentazione e dagli stili di vita.
Patologie legate al cattivo funzionamento dell’intestino
Ogni cambiamento dell’equilibrio della popolazione batterica intestinale influisce significativamente sull’andamento di molte malattie, compresa l’obesità, gli stati allergici, le malattie e le sindromi infiammatorie intestinali, le patologie metaboliche ed i disturbi psichiatrici. Semplificando si può’ intendere la vita di questi batteri all’interno dell’intestino, come una perenna quotidiana battaglia tra i batteri “buoni”e quelli “cattivi” (fra cui ricordiamo il clostridium difficile e la salmonella).
Come garantire il corretto funzionamento?
L’equilibrio di questa contesa è garantito da una corretta alimentazione che dovrà’ fornire sia Prebiotici (oligosaccaridi, FOS frutto oligosaccaridi, inulina, etc.) cioè’ il “cibo” di cui si nutrono i batteri buoni del microbiota e Probiotici, cioè microrganismi vivi introdotti con la dieta o attraverso integratori alimentari studiati per le diverse esigenze.
Analisi del microbiota: nuovo test diagnostico
Esiste oggi una moderna soluzione per avere contezza di questa battaglia tra batteri all’interno del nostro intestino, l‘analisi del microbiota.
Il nuovo test diagnostico fornisce una fotografia dell’intero ecosistema intestinale: da cosa è composto, come funziona, come si modifica, come si altera.
Il test disegna una mappa genetica completa delle specie di batteri che compongono il microbiota, insieme ad una mappa biochimica, ovvero un quadro complessivo di come questi batteri interagiscono tra di loro e come si modificano in rapporto allo stato di salute o di malattia.
Una mole di informazioni indispensabili per riequilibrare la popolazione dei microbi intestinali attraverso l’ottimizzazione della dieta, la somministrazione di probiotici, fino al trapianto di microbiota, quando necessario.
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